You can leave your hat on: l'arte di portare il cappello


Ogni volta che mi affaccio dal balcone di casa mia ed osservo le ragazze che urlano e fumano senza sosta mi chiedo dove andremo a finire.
E mi sento finalmente quei 31 anni che, per ora, mi accorgo di avere solo se qualcuno mi domanda l'età o devo compilare qualcosa che richieda il mio anno di nascita.


Ma dove andremo a finire? 

Se le ragazze parlano masticando chewingum a bocca aperta e ti mostrano anche le tonsille quando lanciano un urlo per chiamare un'amica dall'altra parte della strada.
Se indossano il fuchsia ed il giallo neon insieme, abbinato alle unghie in gel e alle extension colorate.
Se mettono chili di fondotinta di due tonalità più scure e la linea dell'eyeliner sembra tracciata con due grossi evidenziatori.
Se sanno usare solo tre parole: "AOh! Bella fratè, bella zì", " Aoo che voi!?"...


Ed io invece, sogno che ancora qualcuna di loro si salvi e di incontrare per strada sofisticate ragazze con il cappello che, si sa, è un simbolo di eleganza e fascino dai tempi dei tempi. Oggi a parte quello con la visiera, il resto rimane un'arte che possono capire e portare in poche.












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